E domani si parte di nuovo. Per certi aspetti, senza scendere nei dettagli, non vedo l'ora. Farò una prova di allenamento a Villa Pamphilj. Da febbraio ho cambiato zona di lavoro e per spostarmi uso la metro, che in meno di 40' da Cinecittà mi porta a Baldo degli Ubaldi. Con la bici inoltre posso da casa mia arrivare fino alla fermata: evito così di prendere l'auto e questo per uno che vive a Roma non è poco. Nell'ora di pranzo andrò a correre un po'. Domani sarà solo per prendere confidenza con il parco. E' la prima volta che ci corro, a parte una mezzamaratona non competitiva di natale che corsi con Yogi e RB pochi anni fa. In questi due mesi ho cercato qualche volta la mattina alle 6:00 di alzarmi per correre, ma la sera mi sono reso conto essere troppo stanco. A questo punto preferisco correre nel verde con la luce piuttosto che per il quartiere quando ancora è buio.
Non mi resta domani di vedere come va.
Buon inizio di settimana a tutti.
“Quando i “vorrei” diventano “voglio”, quando i “dovrei” diventano “devo”, quando i “prima o poi” diventano “adesso”, allora e solo allora i desideri iniziano a trasformarsi in realtà.”
domenica 21 aprile 2013
venerdì 19 aprile 2013
sull'importanza della disconnessione
Quanto è importante nella vita il disconnettersi?
Personalmente credo sia fondamentale.
Disconnettersi sì da internet, cellulari, smartphone, facebook,
wazzup, email, blog, televisione, e dalle infinite cose inutili con cui la
pubblicità quotidianamente ci bombarda facendole passare come beni e servizi in
grado di soddisfare bisogni importantissimi, senza i quali sarebbe invalidante anelare un’esistenza felice. Disconnettersi dai telegiornali e dalle persone che non
senti mai e che ti mandano gli auguri solo a natale e nelle cosiddette feste
comandate.
Ci sono fasi in cui è opportuno disconnettersi anche
dalle persone a cui siamo affettivamente legati, con cui abbiamo ottimi
rapporti. E ci sono fasi infine in cui è necessario disconnettersi dalle
nostre passioni, per non identificarsi in esse, e per accogliere semplicemente quello che dentro
percepiamo, senza farci domande.
L’ascolto di se stessi porta a sviluppare doti che non
pensavamo di possedere, qualità che ritenevamo perse. Non si deve far nulla per
ascoltare se stessi. E’ questo il bello, è questo il segreto. Spesso i segreti rimangono tali perché sono fatti di...nulla.
Siano benedette queste fasi della nostra vita che l'anima ci chiede di vivere allontanandoci dalla connessione continua e martellante che vuol farci sentir meno soli di quello che siamo.
Un allontanamento, un isolamento agli occhi di molti sì, ma che in verità nutre la nostra essenza, la nostra parte più intima, nascosta, il nostro centro o nucleo.
Ascoltate la propria essenza: essa è la cosa più importante, e da lì che si
gioca la partita.
Dove andiamo senza di lei? Dove andiamo senza le nostre radici?
Dove andiamo senza di lei? Dove andiamo senza le nostre radici?
Quando l’essenza viene soffocata dalla “continua connessione”, dalle parole inutili, ecco che, è matematico, sfocia in ansia, depressione, attacchi di panico.
Se c'è una vera connessione da salvaguardare è quella che ci spinge ad ascoltarci.
Buona giornata a tutti.
Iscriviti a:
Post (Atom)