domenica 4 dicembre 2011

Trail dei due laghi bye bye.

Mai corsa una gara così. Mai corsa. Per la cronaca sono andato lungo una volta nel fango in discesa, procurandomi un taglio sulla mano sinistra, ed almeno in altre tre volte ci sono andato vicino. Ma non è questo di certo il problema. Ci sta che si scivola. Le riserve le ho su altri aspetti.

Per esempio sul fatto che il primo ristoro, al 9° km, era privo di ristoro. Acqua o altro terminati. Grande incazzatura generale, stavamo ancora a metà classifica e già gli era finito tutto. Incommentabile. Ci siamo potuti rinfrescare la gola solo al 15°km, con cola, arance e tè caldo. La pioggia delle giornate precedenti ed il breve ma molto intenso acquazzone delle 9:30, appena arrivati, ha reso il fondo, già molto pesante di suo, a lunghi tratti difficile anche con un passo camminato.

Il tratto dal 9° al 12° è una cosa che riesce difficile descrivere. Discese su sentieri strettissimi, melmosi e contornati da rovi, salite ripidissime, in più di un’occasione ci siamo arrampicati facendo presa al terreno con tutti e quattro gli arti, con il fango che ci rendeva difficilissimi i movimenti. D’accordo il trail, ma oggi sembrava davvero un allenamento dei marines come si vede in certe pellicole americane. Ci mancava solo un cazzo di sergente ad offenderci durante la corsa, e lo scenario sarebbe stato identico.

Ad una discesa, che definire pericolosa è usare un eufemismo, hanno applicato una fune legata ad un piccolo fusto, fusto che non avrebbe potuto tenere molto a lungo il peso delle persone che ho visto al momento del nostro passaggio: davanti a me almeno dieci persone, tra cui Francesco, che procedevano lentamente per non scivolare ai lati nelle frasche ed altre venti circa che mi seguivano reggendosi giustamente alla corda, col rischio molto elevato che questa spezzasse il fusto. Vi posso assicurare che se non è successo nulla di particolare è stato solo per pura fortuna, dato che sarebbe bastata che una sola persona fosse scivolata per portarsi appresso tutti quelli davanti a sé in un effetto domino umano tragicomico senz'altro agli occhi di chi l’avesse visto dall’esterno...

Infine un calvario gli ultimi 5 km, con Francesco purtroppo infortunatosi al quadricipite destro ed al polpaccio sinistro, con crampi e fitte dolorose ricorrenti. Mi sono sentito in colpa nei suoi confronti, gliel’ho proposta io sta gara, ma io stesso non avrei mai immaginato che si sarebbe dimostrata così dura. Tosta anche per me che un po’ di gare ormai le ho messe alle spalle. Non immagino per lui. Praticamente camminato l’ultimo tratto, con perdita di tutte le posizioni. Ho assistito il mio amico che proprio non ce la faceva, ma ha voluto stoicamente concludere la gara. Siamo arrivati con 4 cm di fango sotto le scarpe, bagnati di pioggia, sudore, sangue. E ancora fango. 

Una gara che non farò mai più perché un trail è diventato un corso di sopravvivenza; l’assenza di ristoro al 9°km è stata davvero imperdonabile; e nemmeno un segnale per informarci sui km effettivi, almeno quelli più importanti.

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