sabato 31 marzo 2012

alla ricerca della leggerezza

Marzo è andato coi suoi 142,9 km percorsi. Pochi in più rispetto all'anno scorso (140). Puntata la gara finalmente ad aprile, ma non dico quale perché per un motivo o per l'altro poi quando la scrivo spesso non la corro. 

Non sto seguendo una tabella di allenamento ma corro con una certa frequenza: sotto le  3-4 sessioni settimanali non scendo mai. 
Nel frattempo mi godo la corsa di oggi al parco degli acquedotti. Dopo i 14,2 km di ieri corsi tra Cinecittà e Tor vergata, allenamento pieno di saliscendi non impegnativi tanto nella pendenza quanto nella lunghezza, oggi non avevo proprio voglia di correre dopo il 5°km. Netta quella sensazione delle gambe rattrappite. Mi mancavano altri 4,7 km, distanza irrisoria in talune circostanze, infinita nell'ottica di come stavo oggi. Mi sarei solo annoiato a morte se avessi continuato col ritmo del giorno precedente (c'ho provato per qualche centinaio di metri ma più andavo avanti peggio era).

Non mi andava però di tagliare il tragitto, andandomene via con la frustrazione poi di fare le cose a metà, ed ho improvvisato quindi facendo semplicemente quello che mi sono sentito di fare: un minuto camminato e 45' di allunghi (190-200 metri circa coperti ad allungo) per sbrigliare un po' le gambe. Fino alla fine. La scelta si è dimostrata giusta. 

Oltre a finire tutto il percorso mi sono sentito molto meglio dando un senso ad un allenamento iniziato in sordina e che poteva finire a schifio.

venerdì 2 marzo 2012

non chiamatele canzonette

Con la modestia, la genialità e l'ironia sottile che ti hanno sempre contraddistinto, hai raccontato la vita, l'amore, la profondità di un mare da cui proveniamo tutti, una bellissima bambina immaginaria di nome Futura in un mondo di preoccupazioni e sfide, un angelo ballerino a cui ti rivolgi disperato per fermare il treno Palermo-Francoforte,  Anna e Marco che si innamorano dentro un locale ballando tutta la notte ed in cui una checca fa loro il tifo, un Nuvolari pazzo come un cavallo che sfreccia con la sua alfa romeo. Una piazza dove non c'erano santi a pagar pranzi ma in cui ti sentivi profondamente felice. Ed una puttana di sinistra a cui raccontar le tue disavventure. 

Solo un cenno alle tante e meravigliose opere che hanno raccontato frammenti di vita vera, autentica, sentita, reale, talora sofferta dietro un sorriso sincero. 

Chissà se qualche insegnante illuminato si sia preso la briga di far conoscere ai propri studenti le tue canzoni a scuola, almeno con la stessa perentorietà stanca e pedante con si inculcano poesie dei secoli scorsi (che, in tutta sincerità sono ben poco sentite in quanto spesso troppo distanti dai tempi attuali). 

L'italia dovrebbe ritenersi onorata e fortunata ad aver avuto un artista di questo calibro.

Sotto un cielo di ferro e di gesso 
l'uomo riesce ad amare lo stesso, 
e ama davvero 
senza nessuna certezza 
che commozione che tenerezza!