venerdì 2 marzo 2012

non chiamatele canzonette

Con la modestia, la genialità e l'ironia sottile che ti hanno sempre contraddistinto, hai raccontato la vita, l'amore, la profondità di un mare da cui proveniamo tutti, una bellissima bambina immaginaria di nome Futura in un mondo di preoccupazioni e sfide, un angelo ballerino a cui ti rivolgi disperato per fermare il treno Palermo-Francoforte,  Anna e Marco che si innamorano dentro un locale ballando tutta la notte ed in cui una checca fa loro il tifo, un Nuvolari pazzo come un cavallo che sfreccia con la sua alfa romeo. Una piazza dove non c'erano santi a pagar pranzi ma in cui ti sentivi profondamente felice. Ed una puttana di sinistra a cui raccontar le tue disavventure. 

Solo un cenno alle tante e meravigliose opere che hanno raccontato frammenti di vita vera, autentica, sentita, reale, talora sofferta dietro un sorriso sincero. 

Chissà se qualche insegnante illuminato si sia preso la briga di far conoscere ai propri studenti le tue canzoni a scuola, almeno con la stessa perentorietà stanca e pedante con si inculcano poesie dei secoli scorsi (che, in tutta sincerità sono ben poco sentite in quanto spesso troppo distanti dai tempi attuali). 

L'italia dovrebbe ritenersi onorata e fortunata ad aver avuto un artista di questo calibro.

Sotto un cielo di ferro e di gesso 
l'uomo riesce ad amare lo stesso, 
e ama davvero 
senza nessuna certezza 
che commozione che tenerezza!